Oggi grazie all'Economist arriva una ventata di saggezza. L'editoriale della rivista del primo numero del 2009 analizza la guerra in corso, mettendo in evidenza come l'attacco israeliano non abbia logica:
In general, a war must pass three tests to be justified. A country must first have exhausted all other means of defending itself. The attack should be proportionate to the objective. And it must stand a reasonable chance of achieving its goal. On all three of these tests Israel is on shakier ground than it cares to admit.
In sostanza: Israele continua a scegliere la guerra senza perseguire vie politiche per la soluzione dei problemi; bombarda e uccide senza criterio quelli che saranno sempre e comunque i suoi vicini, oggi, domani e tra venti anni; sta per cominciare un attacco di terra nel quale è probabile si azzeri la sua superiorità militare e che può diventare un nuovo Libano, con gli stessi problemi del 2006.
A Obama, invece, il premio "struzzo 2009": così solerte a intervenire - a ragione - sull'economia, così assente e attento alle prerogative istituzionali di Bush in materia di politica estera. Ancora l'Economist ci ricorda che prima o poi dovrà prendere posizione, anche se su questo conflitto è lecito aspettarsi il solito approccio degli ultimi dieci anni.
2 commenti:
Serve per le elezioni: come da noi Alitalia
i agree your idea ! very nice blog
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