21 gennaio 2009

Barack gets to Washington


Ecco il testo, ecco il video del discorso inaugurale e i commenti, da Politico, di una serie di autorevoli professori. Washington post, pubblica un editoriale molto speranzoso, mentre la direttrice di The Nation Vanden Heuvel, sembra contenta e torna a chiedere quello che in fondo anche il presidente ha chiesto: la mobilitazione delle coscienze e delle braccia. Ecco la news analysis del Nyt sul discorso e l'editoriale della stessa bibbia del giornalismo. La frase finale del commento sul discorso del New Yorker non è male: "La cosa rassicurante è che noi americani abbiamo sempre il presidente che ci meritiamo". Sulla qualità del discorso scegliamo Slate, che parla di prosa invece di poesia. Una voce fuori dal coro (ma no troppo)? Fred Barnes dal supercon Weekly standard.
E noi che pensiamo? Obama ha nascosto un po' le cose nel discorso. Non ha fatto elenchi di cose da fare ed è rimasto sul vago. Eppure ha chiuso in maniera chiara con l'era di Reagan (il problema è o Stato, disse il presidente all'inaugurazione del 1981) e lo ha fatto in maniera furba, post ideologica. L'agenda resta la stessa della campagna elettorale e il modo di implementarla e accopagnare l'America nella direzione che sembra aver preso, non forzarla e non spingerla attraverso prese di posizione ideologiche che tornerebbero a spaccare il Paese. Presto qualche divisione la vedremo, ma il richiamo all'unità del Paese sta dentro la tradizione Usa ed è una mossa intelligente. Ah, per chi vuole stasera alle 19 siamo al Flexibar (via Clementina 9, Roma) e domani a Bologna.

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