Le reazioni della rete alla nomina di Leon Panetta - ex capo dello staff della Casa Bianca di Bill Clinton, il ruolo ora ricoperto da Rahm Emanuel - sono più o meno queste: perché? E' il mondo dell'intelligence a parlare. La scelta sembra essere una sorta di commissariamento politico della Cia. Su Foreign Policy la discussione è "meglio un insider" o un politico? Panetta tranquillizza i liberal, già angosciati da altre nomine di Obama nel campo della politica estera, grazie alle sue posizioni in tema di diritti umani e tortura (vedi qui il commento di David Corn su Mother Jones). E poi Panetta, 16 anni fa, cercò di ridurre il budget della Cia e di avere maggiore trasparenza sulle spese effettuate dall'agenzia. Ecco comunque le parole di Panetta il mese scorso:
According to the latest polls, two-thirds of the American public believes that torturing suspected terrorists to gain important information is justified in some circumstances. How did we transform from champions of human dignity and individual rights into a nation of armchair torturers? One word: fear.
Fear is blinding, hateful, and vengeful. It makes the end justify the means. And why not? If torture can stop the next terrorist attack, the next suicide bomber, then what's wrong with a little waterboarding or electric shock?
The simple answer is the rule of law....
Those who support torture may believe that we can abuse captives in certain select circumstances and still be true to our values. But that is a false compromise. We either believe in the dignity of the individual, the rule of law, and the prohibition of cruel and unusual punishment, or we don't. There is no middle ground.
We cannot and we must not use torture under any circumstances..
Sul blog del New York Times The Caucus un'ulteriore rassegna sulla questione (sulla faccenda del capo della Cia che è un calabrese, invece, facciamo gli spiritosi perché uno di noi è di quelle parti).
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