Barack Obama lo aveva detto per tutta la campagna elettorale: appena eletto avrebbe iniziato un dialogo diretto con l'Iran. La destra lo aveva anche preso in giro con questo spot tutto da ridere. Oggi il ministro degli esteri iraniano Mottaki ha parlato chiaro: si può fare, ma parliamo anche di Afghanistan e Iraq. Cioè: non parliamo solo di nucleare, mettiamoci d'accordo sul nostro ruolo regionale. Questo è il nocciolo della questione: Teheran può rinunciare alla bomba solo in cambio del riconoscimento del suo ruolo nel "grande Medio Oriente". Se avete sottomano Limes ci troverete un articolo di due di noi su cosa pensano quelli che contano oggi a Washington su questo tema. La questione non è semplice comunque: ci sarà chi vorrà accettare la proposta di Mottaki e chi dirà che è necessario che prima Teheran fermi il suo programma nucleare. Ne vedremo delle belle, ma i termini della discussione per ora sono questi.
Su Prospect trovate un articolo interessante sulla situazione attuale in Iran, dove si "festeggiano" i 30 anni dalla rivoluzione. Di sicuro il calo del prezzo del petrolio rende i "duri" un po' meno forti e baldanzosi. Per chi volesse saperne di più su cosa pensano gli iraniani, consigliamo il sito Iran Diplomacy, non esattamente però la voce ufficiale di Teheran.
Su Prospect trovate un articolo interessante sulla situazione attuale in Iran, dove si "festeggiano" i 30 anni dalla rivoluzione. Di sicuro il calo del prezzo del petrolio rende i "duri" un po' meno forti e baldanzosi. Per chi volesse saperne di più su cosa pensano gli iraniani, consigliamo il sito Iran Diplomacy, non esattamente però la voce ufficiale di Teheran.
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