21 agosto 2008

Una narrazione per Obama

Le convention si avvicinano e saranno il vero inizio della campagna. Da lì in poi i sondaggi cominceranno a dirci qualcosa di credibile, per ora i candidati sembrano quasi alla pari con un buon recupero di McCain in alcuni stati chiave che, se si votasse oggi, lo porterebbe alla Casa Bianca. Karl Rove, grande stratega di Bush, spiega perchè le convention sono importanti mentre Steven Stark consiglia ad Obama di prendere esempio da Bush padre: usare più il "noi" che l' "io" e connettersi con l'americano comune. Anderson Cooper della CNN individua 2 questioni-chiave ulteriori: scegliere un compagno di strada che dia l'idea dell'esperienza ma che "cambi il gioco" e rifocalizzare la campagna sull'economia. E proprio sull'economia, sulla questione cruciale dei "colletti blu", quelli che una volta da noi si chiamavano operai, si giocano le fortune di Obama che secondo Harold Meyerson ha lo stesso problema di tutto il partito democratico: ha costruito una narrazione coerente sulle donne e i neri, ma non sui lavoratori americani impoveriti negli ultimi 35 anni. I suoi piani fiscali, come nota il Los Angeles Times, hanno un'impronta redistributiva mentre quelli di McCain sono poco fuori il solco del repubblicanesimo reaganiano. Tuttavia, come spiega un lungo articolo del magazine del New York Times, non ha ancora scelto tra le due linee che si sono combattute negli anni '90: quella centrista di Rubin incentrata sul pareggio di bilancio e la salute dei mercati finanziari e quella a favore dell'intervento statale di Reich. Insomma, il pragmatismo e la "post-partisanship" di Obama rischiano di rendere il suo messaggio opaco e poco riconoscibile.

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