A proposito del casting del partito repubblicano per un ruolo da candidato vicepresidente (qui sotto trovate le informazioni che vi servono sulla prescelta), un anonimo commentatore di passaggio su America2008, a seguito di questo post di ieri, aveva scritto :
"McCain deve cercare di guadagnare il maggior numero di voti dei sostenitori della Clinton senza però scontentare la base. Sarah Palin sembra essere il biglietto vincente della lotteria: 44 anni, Governatrice dell'Alaska col 90% di gradimento, mamma di 5 figli di cui il maggiore soldato in Iraq e il più piccolo affetto dalla sindrome di Down, conservatrice, apprezzatissima dall'apparato del GOP. Mi chiedo come possa farsi scappare quest'occasione".
Esci allo scoperto! Ci avevi preso. Non abbiamo premi da consegnare, in realtà..
3 commenti:
Non sono certo una veggente ma solo un'osservatrice. La campagna di Mccain aveva due possibilità: andare sul sicuro, con un candidato alla vice presidenza che garantisse la vincita del maggior numero di Stati ad ovest del Mississipi, che è di fatto dove si decide l'elezione del Presidente, o qualcuno che togliesse un po' di luce dei riflettori da Obama in questi ultimi due mesi.
Mitt Romney sarebbe stata la scelta migliore per garantire alcuni stati in bilico ad ovest quali Colorado e Nevada grazie alla sua fede Mormone. Un governatore col passato d'imprenditore che ha avuto fortuna grazie ad acquisizioni e relativi licenziamenti, in questo periodo duro per l'economia avrebbe potuto alienare i conservatori moderati della classe media e operaia. Avrebbe anche scontentato lo zoccolo duro del GOP, quegli Evangelici che, sempre a causa della sua fede, non si sarebbero mobiltati in massa a Novembre.
A livello di voti elettorali sicuri la Palin può solo garantire i miseri 3 dell'Alaska, ma il suo potenziale è molto più ad alto spettro.
Sarah Palin, come detto prcedentemente, toglie la totalità dei riflettori da Obama, rinforza la base grazie alle sue convinzioni profondamente conservatrici, rinforza lo spirito della Frontiera dell'Ovest, ed è una riformatrice che rinforza il manifesto di Mccain, riuscendo a far fuori i parrucconi corrotti del suo stesso partito nel suo Stato. Non male per una mamma di cinque figli, e credetemi, chi conosce un pochino l'America, sa quale potenziale esplosivo questo possa avere con le donne della classe media, indipendenti, che guardano più alla pratica che non al blah blah blah quando si trovano a dover votare.
Questi sono i motivi per cui la scelta di Mccain non poteva che essere questa.
Noi si scherza un po' - cara veggente nonché attenta osservatrice. L'unico dubbio: Non stiamo dando troppo peso a questi VP? Questa campagna sembra sempre di più un telefilm fatto di colpi di scena, forse la Palin non riuscirà in questa impresa titanica di spostare (o tenere) i voti che servono perché l'elettorato si muove su binari più solidi, quelli dell'appartenenza (che non si forma in un pomeriggio) e quelli del coinvolgimento in un processo politico che non è solo comunicazione ma tante altre cose. Ci sono dei "fondamentali" elettorali e delle variabili secondarie, ovviamente importanti in una campagna che si può giocare su pochissimi voti in x stati che già conosciamo. Quella del VP è una variabile secondaria, e puntare sul "potenziale ad alto spettro" di Sarah Palin mi sembra piuttosto una dimostrazione di insicurezza di McCain, che non si fida del suo partito (speculare a quella di Obama nella scelta di Biden: vicepresidenti scelti per insicurezza entrambi). Nessuno conosce la Palin, e tutti saranno incuriositi dal personaggio nuovo, almeno per un po'. Ma per quanto dura? Comunque è assolutamente vero che si tratta in primo luogo di una scelta diretta al proprio partito, e il primo punto non è la caccia alle elettrici del partito democratico (come dicono, ovviamente, Repubblica e Corriere).
Questo evidenziato da te caro America 2008 blog è proprio il punto focale: quando si entra in cabina elettorale conta il primo nome sulla scheda. Il connvintone democratico voterà sempre e comunque Obama. Il convintone Repubblicano voterà sempre e solo Mccain.
Il VP però può muovere da una parte o dall'altra gli Indipendenti che decidono di volta in volta chi gli farà passare un quadriennio migliore: e caro america Blog 2008, sai benissimo che negli Stati in bilico conta il voto degli Indipendenti. In fondo, alla fine della fiera, agli occhi dell'Americano medio il VP è chi prenderà in mano le redini del Paese in caso succeda qualcosa al Presidente.
Detto questo, al di là delle ideologie, non si può confutare che la scelta di Mccain (o di Rush Limbaugh?), a livello strategico, è molto d'effetto. Avrà successo? Chi lo sa?
Vedremo a Novembre.
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