24 agosto 2008

Benvenuti a Denver


Eccoci a Denver, la città perfetta per una convention democratica con Obama candidato. Ricca, turistica, piena di palestre di yoga e di negozi che vendono local food, la città è ricca di quei giovani contemporanei che tanto si entusiasmano per Barack. A Sud ovest la pianura ricca di prateria e mandrie, in città qualche impresa hi tech e tanto turismo di passaggio verso le Rocky mountains (o Colorado springs, il Vaticano evangelico d'America, la città delle mega chiese e dei mega raduni). Uno Stato tradizionalmente repubblicano (ha vinto Bush due volte e persino Bob Dole contro il secondo Clinton), ma governato dal democratico Bill Ritter, che ha preso voti tra i contadini, così come in città. I democratici dell'Ovest sono pieni di queste figure politiche capaci di strappare voti ai repubblicani (anche in Virginia, dall'altro capo degli States, sta andando così) e queste figure sembrano essere il volto emergente del partito, distante dai politici newyorchesi o del New England caricaturizzati dai repubblicani.
Denver è felice di accogliere la marea festante dei delegati, molti soldi pioveranno sulla città per una settimana, tutti affittano i loro appartamenti a caro prezzo, la stampa parlerà dei suoi bar e ristoranti e, forse, entrerà, come si dice facilmente in America, nella storia. All'aeroporto anziane signore col cappello da mandriano fanno volontariato per i democratici, tutti sono gentili e attorno al Pepsi centre dove si svolgerà la convention, ferve l'attività, piovono volontari e cani poliziotto annusano l'aria. Domani arrivano tutti, lunedì si parte. Benvenuti a Denver.

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