28 agosto 2008

Hillary incorona Obama. Grande coreografia, momento storico


Divisioni? Quali divisioni? Per dare una dimostrazione di unità, quelli del partito democratico hanno messo su una coreografia di quelle coi fiocchi. La nomination, quando non avviene per acclamazione, prevede che gli Stati vengano chiamati uno per uno e si esprimano (esempio: "Noi del grande Stato del Montana, patria delle mucche più belle e delle montagne stupende, dove scorre il fiume X e governati dal molto onorevole governatore Schweitzer diciamo 20 per Clinton, 30 per Obama"). Bene, il gioco è cominicato alle 4 e 30 circa, con i primi Stati che votavano. Alcuni davano il voto per come era stato espresso, altri davano meno voti a Hillary di quelli ottenuti alle primarie, altri ancora spiegavano “siccome Clinton ci chiede di farlo votiamo uniti per Barack Obama". Poi il colpo di scena, meglio di come si prevedesse. Quando viene il turno del New Mexico, il delegato incaricato di dichiarare il voto della sua delegazione dice, "Noi votiamo come fa l'Illinosi", Stato dove Obama ha preso più delegati, il suo. E l'Illinois che fa? "Noi votiamo come farà New York". Tutti hanno capito, è un tripudio. Da un corridoio laterale entra sua maestà Hillary Clinton, dirà lei a chi vanno i voti dei tre Stati sommati. Ha le occhiaie, ieri non le aveva. "New York vota per il prossimo presidente degli Stati Uniti, Barack Obama". La sala esplode. Poi Hillary chiede di adottare la decisione per acclamazione, Nancy pelosi che presiede la seduta chiede: chi è d'accordo alzi la mano...YEAHH. Musica, tripudio, gioia è come si dice in America, un "historic moment". Ma stavolta forse lo è davvero. Il primo afroamericano candidato presidente. Maledetti americani, ne sanno una più del diavolo.

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