Oggi Obama si riprende la scena. Il primo mese della sua presidenza è stato aperto il porta- foglio: per le banche (tan- tissimi tan- tissimi sol- di), per rilan- ciare l'economia con il famoso stimulus (tantissimi soldi), per il settore automobilistico (tanti soldi), per chi non ce la fa con il mutuo (tanti soldi). Tutti dicono che ne dovrà tirare fuori molti altri, che ha rinunciato ad alcune importanti misure di carattere sociale ma che era tempo di fare (secondo l'Economist il saldo è positivo proprio per via della rapidità d'azione, ma Obama ha già perso l'innocenza).
L'altro ieri i giornali (qui il New York Times) hanno annunciato cosa farà Obama oggi al Congresso, che si riunirà in seduta congiunta per ascoltarlo: il presidente terrà un discorso programmatico, quasi uno "State of the Union", per rimettere al centro del dibattito politico i temi di campagna elettorale. Si parlerà pochissimo di politica estera, molto di crisi (ovviamente), di politiche per l'istruzione, energia e sanità. Cerchiamo di ricordarci tutti di cosa si è parlato in America negli ultimi otto anni, dai codici arancioni per la sicurezza alla "società dei proprietari" (base di partenza, il possesso della casa acquistata con quei bei mutui che facevano negli Usa). Obama, ancora una volta, dovrà dosare la verità (spiegare al paese quanto è grave la situazione) con la speranza: quella che alla fine del calvario le sue politiche funzioneranno (ecco un bell'editoriale di Dionne sull'importantissimo discorso di oggi).
Il nostro giudizio? La "road map" di Obama è un percorso molto lungo, il treno può sempre deragliare. Però ci sono molti argomenti giusti, proposte che potrebbero rendere l'America il paese civile che oggi non è.
L'altro ieri i giornali (qui il New York Times) hanno annunciato cosa farà Obama oggi al Congresso, che si riunirà in seduta congiunta per ascoltarlo: il presidente terrà un discorso programmatico, quasi uno "State of the Union", per rimettere al centro del dibattito politico i temi di campagna elettorale. Si parlerà pochissimo di politica estera, molto di crisi (ovviamente), di politiche per l'istruzione, energia e sanità. Cerchiamo di ricordarci tutti di cosa si è parlato in America negli ultimi otto anni, dai codici arancioni per la sicurezza alla "società dei proprietari" (base di partenza, il possesso della casa acquistata con quei bei mutui che facevano negli Usa). Obama, ancora una volta, dovrà dosare la verità (spiegare al paese quanto è grave la situazione) con la speranza: quella che alla fine del calvario le sue politiche funzioneranno (ecco un bell'editoriale di Dionne sull'importantissimo discorso di oggi).
Il nostro giudizio? La "road map" di Obama è un percorso molto lungo, il treno può sempre deragliare. Però ci sono molti argomenti giusti, proposte che potrebbero rendere l'America il paese civile che oggi non è.
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