7 febbraio 2009

E' un mondo difficile

Un po' di notizie sul mondo e gli Stati Uniti che avrete letto poco sui giornali italiani, d'altronde c'è di che occuparsi di Italia in questi giorni. Come sull'economia, il presidente e la sua amministrazione si stanno rendendo conto di quanto sia difficile la situazione. Cominciamo dall'Afghanistan: le cose in Kirghizistan vanno male. Cosa c'entra? Iniziamo col dire che questo è un paese centro-asiatico e che lì gli americani avevano impiantato una base molto importante per i rifornimenti alle truppe in Afghanistan. Bene, i russi hanno convinto i kirghizi a buttare fuori gli americani. La Clinton era un po' dispiaciuta, anche perchè negli stessi giorni gli americani hanno perso pure un altro grande canale di approvvigionamento attraverso il Pakistan. Come con i turni infrasettimanali di campionato, non ci sarà molto tempo per piangerci su: Hillary farà il suo primo viaggio in Asia e nel frattempo cerca di rifare amicizia coi russi, come ci spiega il sito della BBC. E poi ci sono state le elezioni irachene, di cui vi avevamo parlato in un post qualche giorno fa. L'affluenza è stata più bassa che nel 2005, ma sono andati a votare anche i sunniti. Non si votava invece nè in Kurdistan nè a Kirkuk, città ricca di petrolio e di conflitti tra "arabi" e curdi. I risultati ci dicono che sono cambiati i rapporti di forza tra gli sciiti ma che nessuno ora ha chiaramente il comando, sono possibili quindi nuove ondate di violenze. Tra i sunniti buon successo delle liste nazionaliste e tribali su quelle islamiche. Sarà un lungo e tormentato anno, che porterà alle elezioni politiche e, forse, anche all'inizio del ritiro americano. Ecco l'analisi del think tank realista CSIS. Sul sito del Center for American Progress invece si trova una cosa rarissima in America: un'analisi abbastanza dettagliata delle forze politiche di un paese cruciale per la politica americana, in questo caso l'Iraq.

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