13 febbraio 2009

Gregg lascia. La bipartisanship sempre più in discussione


Il Segretario al commercio designato ha lasciato prima di essere nominato dal Congresso. Il senatore repubblicano del New Hampshire si è detto in disaccordo su troppe cose con il resto dell'amministrazione. C'è poco da stupirsi è un vecchio conservatore per bene, non uno squalo furbo a caccia di un posto. La tempistica è pessima per Obama: Gregg si è dimesso nell'anniversario della nascita di Lincoln (ovvero il re dell'unità tra rivali politici) e nel giorno dell'accordo sul pacchetto di stimolo. Ed ha offuscato il tutto. orse non è una scelta innocente. Quando ha capito che il suo partito avrebbe fatto la faccia cattiva, Gregg si è sentito solo e ha deciso di tornare all'ovile. Ma bando alle chiacchiere: ecco un fantastico Washington post con i pareri di molti analisti politici, dal buon vecchio Karl Rove al re delle previsioni Larry J. Sabato. Il primo dice che Gregg è un grande e Obama un perdente; Sabato spiega che è ora che il presidente eserciti il mandato che il popolo gli ha dato. Lo staff di Obama sembra aver registrato, capito che il Grand Old Party non concederà nulla ed è già in campagna per il 2010. E infatti, l'uomo col rivolo di sangue sui denti, il capo dello staff noto per essere un picchiatore di Chicago (metaforico), Rahm Emmanuel, ha già detto al Wall street journal che Obama ha perso di vista la luna (il piano per l'economia) per guardare il dito (la bipartisanship)

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