Il dibattito sull'accordo raggiunto tra Camera e Senato sul piano anti crisi è fittissimo sulla stampa online americana. Se per giorni abbiamo seguito la discussione sull'efficacia dal punto di vista della crisi, oggi siamo alla politica. E' un grande successo di Obama? E' un suo ridimensionamento? Occorre o no cercare la bipartisanhip o menare sul GOP? Il NYT apre proprio con queste domande. Il titolo è esplicativo: questo compromesso è una minaccia alla agenda del presidente. Usa Today, che, ricordiamolo, resta il più venduto giornale degli States, segnala le lezioni imparate da Obama al primo scoglio. Eccone quattro: gli amici causano problemi come i nemici, i repubblicani stanno male ma non sono morti, la campagna non finisce mai e non c'è nessuna nuova Washington. EJ Dionne mette il dito nella piaga: non c'è un centrismo buono, non è efficace, non crea consenso, non risolve la crisi. Dionne è cattolico e non necessariamente un liberal. Slate dice che Obama ha dovuto scegliere e ha scelto l'urgenza di intervenire. Goldberg, sulla National Review, attacca i centristi. E' una posizione sui generis per un media moderato.
12 febbraio 2009
L'accordo sul piano c'è. Chi ha vinto?
Pubblicato da America2008 alle 14:02
Etichette: amministrazione Obama, Congresso, crisi economica
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