"Contro la marea", è il titolo de l'editoriale del Washington Post. E si sa, fermare le maree non è una cosa semplice. In questo caso la marea è quella de l'insolvibilità dei mutui, che rischia di far diventare l'America il paese dei pignoramenti. Qual'è la prossima marea, quella che farà perdere la casa (si prevede che per il 2013 i pignoramenti saranno quadruplicati) e impoverirà le persone? La disoccupazione.
La proposta di Obama (nell'editoriale trovare i dettagli ben spiegati) ha l'obiettivo di aiutare quasi dieci milioni di famiglie americane, quello sull'orlo del precipizio, non quelle che ci sono già cadute dentro. Si cerca di fare in modo che i mutui vengano rinegoziati e che il singolo cittadino non si trovi a pagare più del 31% del proprio reddito per pagarsi la casa nella quale vive, grazie anche all'aiuto dello stato, che farà in modo di accollarsi una certa parte del mutuo fornendo soldi a chi eroga il prestito (sempre che quest'ultimo abbia mantenuto un certo comportamento virtuoso nell'epoca precedente: auguri per la ricerca).
Qual'è il problema? Che, per pagare un mutuo pari al 31% del proprio reddito, bisogna avere un reddito. La disoccupazione aumenterà costantemente almeno fino a luglio, e chi perde il lavoro va in bancarotta e non può pagare il mutuo (e quindi non ha più i titoli per accedere a questa forma di aiuto statale appena proposta da Obama). La via crucis è ancora lunga.
19 febbraio 2009
Altri 275 miliardi, contro la marea
Pubblicato da America2008 alle 17:07
Etichette: amministrazione Obama, crisi immobiliare, mutui
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