25 luglio 2008

Obama e l'Europa

Due obiettivi di Obama a Berlino: far vedere che potrebbe essere realtà un presidente americano che va in giro per il mondo senza ricevere sputi e insulti; continuare a fare le prove da presidente vero. Tutti fanno il paragone con Kennedy, ma Obama voleva parlare davanti alla porta di Magdeburgo come Reagan (la Merkel ha opposto resistenza: va bene l'ospitalità, ma non esageriamo, la Germania non può sostenere un candidato americano a scapito di un altro). L'ambizione di Obama è di cambiare la politica americana tanto quanto Reagan, di certo più infleunte di Kennedy nella storia del suo paese.
Due interventi di Obama entusiasti europei (anche noi, a quanto pare, vorremmo avere dei santi a cui appellarci): Sunder Katwala della Fabian Society e Thomas Bauer del CAP, un think tank di Monaco di Baviera. Gli esperti europei di cose americane fremono, ma dal discorso di Obama a Berlino si evince quanto attentamente gli europei dovranno valutare le richieste americane di maggiore coinvolgimento negli scenari di guerra. Da questo punto di vista Obama è un arma a doppio taglio: un pò aria fresca, un pò cavallo di Troia. Con realismo, un articolo del Guardian che ci ricorda come l'entusiasmo per Obama in Europa non sposti di un millimetro i problemi che riguardano la pace e la guerra in Medio oriente.

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