E' il titolo poco originale dell'ampio pezzo di Economist sui programmi economicico-fiscali dei due candidati. Non ci sono differenze abissali, sostiene il settimanale. Ma a guardare le cifre qualche differenza c'è. Il pezzo è tecnico e difficile (parla delle diverse tasse Usa) ma nella prima parte spiega bene il nocciolo dei due programmi. Più tasse ai ricchi e meno alla middle class, più spese sanitarie e infrastrutturali per Obama, lasciare più o meno il sistema fiscale com'è (tagli fiscali ai ricchi compresi, anche se sono gli unici ad aver guadagnato dalla poca crescita di questi anni) e tagli per McCain. Uno dei nodi importanti è il commercio internazionale. I due non divergono, nonostante una retorica diversa (pro Nafta e Wto, McCain, viceversa Obama), ma se domani il tavolo del Wto dovesse saltare, il nuovo presidente avrà comunque a che fare con un quadro cambiato e dovrà inventare e negoziare un nuova politica, che soddisfi i lavoratori impoveriti e non apra crisi con i nuovi giganti economici di India, Cina e Brasile (per non dire del Messico). La notizia, di ieri, è che otto anni di G.W. Bush lasciano un deficit record (ecco il Sole24ore e BbcNews)la destra, come spesso accade anche in Italia, predica bene e razzola male. I soldi Bush li ha persi abbassando le tasse ai ricchi e gettando bombe, non costruendo scuole inutili e mantenendo parassiti del welfare (per chi crede che esistano, naturalmente).
29 luglio 2008
Ancora l'economia, stupidi!
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