Ieri, non capiamo ancora perché, è morto Ivan Bonfanti. Mio collega e amico, mio capo a Liberazione. Non aveva quarant'anni, aveva visto le pallottole fischiare nei Territori palestinesi e visitato l'Afghanistan in guerra. Era rabbioso per le carenze del nostro mestiere, sempre pronto a discutere e invitarti a bere sulla sua terrazza di San Lorenzo a Roma e aveva una risata contagiosa. Era di quelli che, in un mestiere che in Italia si fa in maniera mediocre e servile, pensava che per farlo bisognasse cercare, leggere, parlare, respirare gli odori dei posti, capire. Era lui che aveva trovato uno dei titoli più brillanti (e ripresi) della storia recente, quello sul "Pastore tedesco" nel giorno dell'elezione di papa Ratzinger, passato a il Manifesto perché non consone ai titoli di Liberazione. Quando abbiamo cominciato questo blog ci siamo detti di non renderlo mai personale, non raccontare i fatti nostri. Ma per un amico che ci lascia più soli a fare il nostro lavoro, per uno capace di suggerire delle idee e di dire che il tuo articolo fa schifo, facciamo un'eccezione. Ciao amico Ivan
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento