E' questa la domanda da farsi in questa crisi, secondo l'editorialista del Washington Post E.J. Dionne. Il piano di Obama, argomenta lui, non crea il socialismo: semplicemente redistribuisce il reddito e le spese come strada per uscire dalla crisi. I costi della sanità americana sarebbero comunque arrivati al 20% del PIL tra pochi anni, il problema quindi non è se aumentare la spesa sanitaria ma a chi farla pagare. L'aumento vertiginoso della spesa pubblica porterà la quota di PIL gestita dal bilancio federale al 23% tra il 2010 ed il 2014, poco meno del 2% in più rispetto allo scorso anno. Con questo, in fondo piccolo, spostamento l'amministrazione potrebbe redistribuire seriamente il reddito e impostare su nuove basi lo sviluppo del paese. Il Los Angeles Times affronta un'alta sfaccettatura della crisi: la reazione dei cosiddetti "millenials" e cioè i nati tra il 1978 e i primi anni novanta. Sono stati loro il motore di Obama e saranno loro tra i più colpiti dalla crisi. Per ora rimangono intramontabilmente ottimisti. E d'altronde, se questi sono i termini del dibattito negli USA, forse è anche lecito.
2 marzo 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento