1 marzo 2009

La sepoltura di Reagan

Con la prima finanziaria di Barack Obama la Reaganomics viene seppellita sotto una montagna di dollari. Va in soffitta l'idea che la "classe media" (una cosa molto ampia in America) potesse stare bene solo con la detassazione dei ricchi e degli straricchi. Con una metafora abusata si diceva che la tavola di chi stava in alto doveva essere sempre imbandita, così che ci fossero più briciole per chi stava sotto. Sul significato storico di questo piano non ci sono molti dubbi: lo dicono repubblicani e democratici a Washington (con visioni diverse ovviamente) e lo dice forse con qualche rimpianto il giornale conservatore inglese Times. Sempre sullo stesso giornale il leader laburista Brown rinverdisce la special relationship anglo-americana su nuove basi: ora non si tratta più di fare l'Ulivo mondiale come ai tempi di Clinton ma di fare un "new deal globale". I maggiori punti all'ordine del giorno sono la stabilizzazione e la regolamentazione finanziaria mondiale ma anche la rivoluzione verde. Se funziona anche solo un po', potrebbe avere lo stesso ruolo che ebbe la "Carta Atlantica" di Roosevelt e Churchill. D'altronde il piano di salvataggio finanziario di questo autunno fatto da Brown aveva fatto da apripista per molte delle cose di cui si discute oggi in America. Che il vento sia cambiato lo dimostra il quadro dei gruppi di potere, ben disegnato dal New York Times di ieri: i democratici oggi hanno i think-tank, le organizzazioni di base e di massa nonchè gli appoggi di importanti aziende che una volta avevano i repubblicani. Ecco perchè la riforma della sanità questa volta potrebbe andare in porto. A rimpiazzare Daschle al "ministero della Sanità" pare arriverà Kathleen Sebelius, governatrice del Kansas. Nel frattempo tenete d'occhio la pagina della campagna sulla sanità del sindacato Seiu.

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