Giunti infine nella caserma della Finanza che ospita il summit. Dopo aver parcheggiato in un centro commerciale come prescritto, siamo a cercare di capire che succede. Per arrivare al Media Village, come hanno chiamato la tendopoli allestita fuori dalla caserma, abbiamo preso un bus di quelli di linea strapieno di giornalisti e senza aria condizionata. Ora, per un Paese che tiene tanto (quasi solo) all'etichetta e alle vetrine, proprio non ci siamo. L'autobus è rimasto fermo, motori puzzolenti accesi, per venti minuti sotto il sole. Invece di fare un chilometro, la distanza tra il centro commerciale e la caserma, ne abbiamo fatti una ventina. Un corrispondente olandese scherza: “chiamate Isoradio e capiamo che succede". Tutti gli stranieri ridono o si guardano attorno spersi. Il catering è fornito da Autogrill (!?!) e sul buffet la spiega in inglese di cosa c'è nei piatti è piena di errori. Capire cosa succederà e come si svolgerà il vertice è un'impresa, sembra che le conferenze stampa saranno su prenotazione e aperte massimo a 120 persone (e con Obama come faranno??). Siamo troppo snob? Forse. Ma questi baracconi spesso inutili hanno almeno il pregio di comunicare bene il poco che producono. Stavolta sembra che non sarà nemmeno così.
8 luglio 2009
Qui G8 terremotato dell'Aquila, dove il caos regna sovrano
Pubblicato da America2008 alle 12:53
Etichette: Berlusconi, g8, L'Aquila, Obama
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1 commento:
disfattisti! o realisti?
Ma ci sono le veline e le meteorine?
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