Un po' di sana retorica per il discorso del primo afroamericano divenuto presidente degli Stati Uniti. Ecco il testo del discorso. Il ricordo di Martin Luther King, il padre, il sangue, la libertà e la necessità di prendere in mano il proprio futuro. Obama è in Ghana per premiare il Paese dove la transizione la democrazia è avvenuta in maniera soft e l'alternanza ha funzionato senza guai. Il viaggio in Africa è il tentativo di fare egemonia planetaria e sfilare il continente più povero alla Cina, che in questi anni ha investito miliardi di dollari.
C'è di più: Susan Rice, l'esperta di politica estera del senatore Obama in campagna elettorale e attuale ambasciatore all'Onu, crede molto nella necessità di affrontare i grandi temi della povertà, del debito, dell'acqua e così via. Tra radici, csentimento, politica, il viaggio di Obama è davvero significativo. A casa, lo aspettano guai con il Congresso e con l'economia. Sarà interessante osservare il ritorno.
Nota interessante: la Casa Bianca ha prodotto una sintesi del discorso e la sta mandando via twitter, sms e altro a quanti più africani è possibile.
11 luglio 2009
Obama comes home
Pubblicato da America2008 alle 17:14
Etichette: africa, Obama, politica estera
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