Se cercate una spiegazione all’impasse politico che ha attanagliato l’amministrazione Obama per tutta l’estate, guardate i sondaggi per il governatore della Virginia. O per i posti in Congresso del Nevada e negli altri Stati tradizionalmente repubblicani o moderati che il presidente ha portato ai democratici nel novembre del 2008. Senza che i repubblicani abbiano fatto nulla per guadagnare terreno, il pendolo punta dalla parte del partito dell’elefante. Un fatto fisiologico dopo una vittoria tanto grande come quella di Obama, ma andatelo a spiegare ai senatori e rappresentanti che se sbaglieranno voto sulla riforma sanitaria rischiano di restare a casa. Per carità, non è tutta qui la difficoltà del re degli oratori, ma l’agenda politica di ciascun presidente non può fare a meno di giocare le partite più difficili nei momenti in cui si è abbastanza lontani dalle elezioni. E in questa estate del 2009, le lancette dell’orologio si avvicinano in maniera pericolosa alla distanza simbolica di un anno dal voto di mezzo termine (novembre 2010).
E’ per questo che il presidente aveva marcato stretto la leadership parlamentare del suo partito perché approvasse la riforma sanitaria prima dell’estate ed è per questo che domani si presenterà davanti ad una sessione bicamerale del Congresso per parlare della legge più difficile da far approvare al Congresso degli Stati Uniti d’America. (per continuare clicca qui)
8 settembre 2009
Obama, la sanità, gli anziani e il voto del 2010
Pubblicato da America2008 alle 17:07
Etichette: Congresso, Obama, partito democratico, riforma sanitaria
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