10 settembre 2009

Cosa ha detto Obama al Congresso

Ecco una breve sintesi del piano descritto da Obama al Congresso ieri sera. Sulla questione più controversa, la creazione di un'assicurazione pubblica che competa con quelle private, il presidente ha detto che si rivolgerebbe solo a chi non è oggi assicurato e che in ogni caso non bisogna essere ideologici: se c'è un altro strumento che può conseguire lo stesso risultato è benvenuto. Ha poi accettato l'idea, che era di John McCain, di creare una "borsa delle assicurazioni" dove individui e imprese possano contrattare delle polizze più convenienti. Il tutto si reggerebbe sull'obbligatorietà dell'assicurazione sanitaria, come da noi per le automobili: chi non se la può permettere però avrebbe uno sgravio fiscale da parte dello stato. Infine una serie di misure che lui ha definito costituiscono l'80% della riforma e che sostanzialmente garantirebbero i cittadini dagli abusi tipici del sistema attuale: l'impossibilità di negare la copertura in base a condizioni pre-esistenti nel paziente; un limite alle spese che i clienti debbono sobbarcarsi da soli anche quando coperti da polizza; l'obbligatorietà della copertura delle cure preventive come la mammografia o la colonscopia. Questo piano, secondo Obama, costerebbe 900 miliardi di dollari in 10 anni: meno delle guerre o dei tagli alle tasse per i ricchi fatti da Bush, come Obama ha fatto notare. Questi soldi verrebbero fondamentalmente da 3 fonti: la riduzione degli sprechi nei programmi medicare e medicaid; la lotta alle cattive pratiche e ai costi legali legati alla professione medica; una tassa sulle pratiche più costose delle assicurazioni private. Per chiudere, un richiamo tipicamente obamiano alle radici storiche americane: la riforma non è "un-american", è anzi nel solco della storia del paese. Prima di tutto perchè è il completamento del disegno del New Deal e della Great Society, tempi nei quali i membri del Congresso "capirono che i pericoli di uno stato troppo invadente corrispondono a quelli di uno stato che lo è troppo poco". In secondo luogo perchè "c'è l'idea in questo paese che il duro lavoro e la responsabilità devono essere ripagati in qualche misura dalla sicurezza e dalla giustizia". La commissione Finanze del Senato, l'unica a non aver ancora concluso i lavori, ha promesso che lo farà entro la prossima settimana.

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