Ricordate questo spot di Hillary Clinton durante la campagna per le primarie? Un telefono squillava alle 3 del mattino e doveva esserci un presidente pronto a prendere le decisioni difficili, Hillary era in grado, Barack no. Ora lui fa il presidente e lei la Segretaria di stato ma il problema è un altro: come scrive giustamente lo storico Andrew Bacevich sul Los Angeles Times, la questione non sono le crisi improvvise ma quelle che, come l'Afghanistan, peggiorano lentamente di giorno in giorno senza che la presidenza sappia farci granchè. Bacevich propone realisticamente di cominciare ponendosi una domanda diversa dal classico "come vinciamo" e cioè: quali alternative abbiamo alla guerra per perseguire i nostri limitati interessi nazionali in questo paese? Intanto, continuano i conteggi elettorali e si trasformano in una triste gag: come segnala il New York Times, ci sarebbero molte urne finte in giro per il Paese piene di voti per Karzai. Certo se l'attuale presidente vincesse leverebbe parecchie castagne dal fuoco agli americani e a noi.
7 settembre 2009
In Afghanistan non squillano i telefoni
Pubblicato da America2008 alle 22:59
Etichette: Afghanistan, amministrazione Obama, politica estera
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento