6 settembre 2009

Crisi e G20: un po' di dibattito economico


Non siamo stati troppo attivi questa settimana e ci sarebbero molte cose da dire. Essendo domenica, partiamo da lontano. Il G20 di Pittsburgh si avvicina e ieri si è riunito il vertice dei ministri finanziari. In fondo siamo ancora in piena crisi e, nonostante i segnali positivi degli indicatori classici, la gente vive ancora molto peggio di due anni fa. Al G20 si discuteva del come affrontare il futuro prossimo e dotare il mondo di sistemi che riducano l'effetto delle crisi e/o impediscano alla finanza di esagerare nel rischiare i soldi dei risparmiatori. Le divisioni sono diverse, ma sembra che per adesso sia passata la linea Geithner: più regole per le banche, necessità di tenere più soldi in cassaforte (quanto presti/investi rispetto a quanto davvero hai in cassa?). L'Europa vuole regole per i bonus e qualcosa otterrà. India, Cina e Brasile vogliono pesare di più in Fmi e Bm. Anche per loro andrà bene.
Tornando a parlare di crisi e ad un anno dalla fase di panico (Lehman falliva il 15 settembre) ecco l'ampio articolo di Paul Krugman desitinato a far discutere. Perché gli economisti non ci hanno capito niente? E' una domanda su cui ha scritto a lungo Martin Wolf del Financial Times, convinto che la crisi sia peggio di come ci si racconta. Krugman coglie l'occasione per criticare una scienza economica fatta di modelli e incapace di guardare a quanto succede intorno. Il duello è vecchio: Chicago boys contro Keynes, con il pendolo che la crisi ha fatto oscillare verso Keynes. Anche l'Economist ha dedicato due ampi articoli teorici al tema (qui il link al primo, al secondo, sulla finanza, ci si arriva da li) . Roba un po' difficile ma di grande interesse. Qua un mio ben più mediocre articolo che riassume cose dette dagli economisti a Cernobbio e altrove. Quest'anno più critici del monetarismo che in passato gli ospiti.

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