6 luglio 2009

Piccoli ma significativi cambiamenti sull'Iran

In Iran qualcosa continua a muoversi e non sono movimenti di poco conto: la parte più riformista del clero, l'Associazione degli insegnanti e dei ricercatori di Qom, ha criticato la regolarità del voto. Le spaccature dentro l'elite religiosa sono uno degli indicatori da tenere presente per capire come può andare a finire.
Nel frattempo l'amministrazione Obama continua a proclamarsi aperta al dialogo, anche se rischia di ritrovarsi di fronte ad uno spiacevole dilemma: fermare i colloqui oppure andare avanti e legittimare un governo la cui elezione è stata criticata. Da notare l'intervista di Biden che afferma, per la prima volta dopo tanto tempo, il diritto di Israele di decidere da se come far fronte alla minaccia. Lo stesso giorno però il capo di stato maggiore Mullen ha ribadito invece che un attacco militare israeliano sarebbe una pessima cosa tanto quanto l'acquisizione di armi nucleari da parte dell'Iran. Il consenso americano all'attacco sarebbe in realtà imprescindibile visto che sarebbe necessaria l'autorizzazione al sorvolo dell'Iraq. E tuttavia le parole di Biden vanno tenute a mente per il futuro: perchè l'amministrazione potrebbe voler rimettere "la pistola sul tavolo" e cioè alludere alla possibilità di attacchi militari nel caso i negoziati falliscano.

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