23 luglio 2009

Obama prova a vendere la sanità (di nuovo)

La conferenza stampa di stanotte (qui l'analisi del NYT, sulla pagina c'è anche il video) è cominciata spiegando le cose fatte, cercando di vendere il recovery act, ammettendo che le nuove assunzioni saranno l'ultima cosa che arriverà - e ricordando che che l'economia americana aveva perso di competitività prima della crisi e non produceva più ricchezza per i più da tempo.
Poi Obama è passato alla Sanità parlando dei costi: sono troppo alti e ogni giorno 14mila americani perdono la propria assicurazione. Il presidente ha poi provato a vendere la parte di riforma sulla quale c'è accordo, ripetendo le stesse cose dette due giorni prima. Il rischio è quello di mostrare la momentanea debolezza. Politico sostiene - e forse non a torto - che stavolta Obama ha volato troppo basso: la sua abilità, nei momenti duri, è di fare uno scatto in più e volare alto. Stavolta forse non è andata così: Politico nota che la risposta sull'arresto del professore afroamericano è molto migliore. In effetti, lo abbiamo già scritto, le riforme difficili (sanità, pensioni, scuola) sono difficili da trasmettere e da capire per il pubblico. Un buon passaggio: “Capisco che la gente sia scettica, non ha visto granché uscire da Washington per aiutarli. Si dice: preferisco questo diavolo che conosco, che non quello di cui non so nulla“. Un altro: spingo con tanta forza perché ricevo lettere tutti i giorni di gente in difficoltà...in un Paese come il nostro questo non è giusto e poi la default position determina inerzia.
Lo scontro in Senato va avanti, Pelosi rischia un po' la figura di quella che procede senza mediare (“se non si vota non si va in vacanza"), facendo infuriare gli avversari e i non amici del proprio partito. I senatori mediano all'infinito e questo dev'essere uno dei motivi per cui l'ultimo sondaggio AP vede Obama in calo e le Camere rimanere ferme intorno al 30 per cento del consenso (come prima del voto di novembre). Per Obama una buona notizia, premere sul Congresso può servire. Certo, lo strano della politica Usa - e anche nostrana - è che il Congresso entità astratta è impopolare, ma io elettore voto il mio senatore o deputato come se l'incapacità di fare del Parlamento non dipendesse anche da lui/lei. Qui un pezzo di Matt Bai dal NYT magazine sulla palude politica nella quale Obama si muove (e di come lo scaltro Rahm Emmanuel sia l'uomo per attraversarla)
Fatto: cinque milioni di americani hanno perso l'assicurazione dall'inizio della crisi (ecco la rilevazione Gallup). Piccolo problema: i non assicurati sono più ispanici e afroamericani (16% degli americani, solo 11,6% dei bianchi). Eppure, come notate dal cartoon qui accanto, c'è chi alimenta paure sulla sanità pubblica. Chi non lo ha fatto rilegga Zucconi (il link due o tre post qui sotto)

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