Almeno così sembra di capire. Già al G20 il duetto con Lula c'era stato. Adesso, al Vertice delle Americhe, oltre alla stretta di mano che vedete qua sotto - destinata a creare un finimondo repubblicano - c'è anche l'apertura nei confronti di Cuba. Del resto, e a prescindere da come la si pensi sulla vicenda castrista, se un Paese ha rapporti con Pechino e l'Arabia Saudita, riesce davvero difficile capire perché non dovrebbe averli con la Havana. Obama ha parlato di fresh start, nuovo inizio, nei rapporti con la isla. E proprio ieri Raul Castro aveva finalmente cambiato tono, dicendo di essere disposto a parlare di tutto con Washington. Il fresh start potrebbe aiutare il potere cubano e regalare un successo a Obama. Funzionerà una politica estera fatta di mani tese? All'Iran, alla Cina, a Cuba? Tutti fronti aperti che potrebbero bruciare le dita del presidente o farlo crescere immensamente. Qui la cronaca del Nyt e qui una lunga analisi del Washington Post sui fallimenti della politica cubana degli States (una frase usata ieri da Hillary Clinton). E per finire, sulla pagina degli approfondimenti del Truman project, trovate in testa un rapportino sui rapporti americano cubani.
18 aprile 2009
Si cambia anche con l'America Latina
Pubblicato da America2008 alle 10:06
Etichette: amministrazione Obama, cuba, politica estera
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1 commento:
Non c'è più religione!
1) forse;
2 meno male.
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