15 giugno 2009

Che succede a Teheran

Prima di tutto guardate questo video del linciaggio di un poliziotto. La scena iniziale in cui arriva insieme ai suoi colleghi in moto cercando di investire la folla fa venire i brividi e ricorderà forse agli italiani più grandi certi atteggiamenti squadristi nostrani.
Ma veniamo all'analisi. Più di una fonte parla di un golpe neanche troppo strisciante: le elezioni sono state truccate (sul blog di Juan Cole potete capire meglio come) dall'ala militare dura che fa capo a una parte dei Basij e dei Pasdaran cioè le milizie che sono il brodo di coltura del gruppo di Ahmadinejad. Questo, per emarginare l'elite teocratica finora più o meno al potere. In questo articolo in italiano di Bijan Zarmandili si capisce meglio quale sia lo scontro e la posta in gioco. Gary Sick è stato il maggiore consigliere sull'Iran per Ford e Carter tra il 1976 ed il 1981: durante la rivoluzione islamica, i documenti hanno provato, ci vide più lungo degli altri capendo che era una cosa diversa dai movimenti di liberazione nazionale d'ispirazione marxista. Sul suo blog ora mette in fila una serie di fatti (dagli interventi armati a quelli sulle reti di telecomunicazioni) che legittimano la teoria del colpo di stato. L'opposizione iraniana è in una brutta situazione: se non cerca lo scontro perderà credibilità, ma dallo scontro può uscire sconfitta. Sarebbe una "Tienanmen iraniana" come sostiene Nicholas Kristof sul suo blog.
Comunque vada, siamo forse ad un punto di svolta. Un regime iraniano a guida militare, confermato al potere con elezioni dubbie sarebbe una gatta difficile da pelare per l'amministrazione Obama: già immaginiamo cosa direbbero in caso di proseguimento del dialogo gli israeliani, i neoconservatori, gli iraniani esiliati negli Stati Uniti ma anche i democratici sensibili al tema dei diritti umani.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

è da un bel po' che in Iran truccano le elezioni. e che mettono in prigione gli oppositori, non li fanno presentare alle elezioni, ne arrestano i seguaci più in vista, etc.

l'unica cosa che davvero è cambiata è l'obama factor.

mattia toaldo ha detto...

mi sembra una posizione un po' semplicistica. Il regime iraniano, come tanti regimi autoritari, ha sempre permesso la coesistenza di diverse posizioni al suo interno. Quello che sta accandendo ora è invece proprio la "riduzione ad uno" di queste posizioni per cui vengono eliminati dalla scena anche i conservatori più moderati. Poi bisogna vedere se regge, se il consiglio dei guardiani certifica il voto per esempio.

Anonimo ha detto...

2 ottimi commenti da AsiaTimes: http://www.atimes.com/atimes/Middle_East/KF16Ak02.html e http://www.atimes.com/atimes/Middle_East/KF16Ak05.html. Il primo parla dei brogli, il secondo della lotta tra Rafsanjani e Khamenei