Dick Cheney, che sta cercando di approfittare dello scontro Cia, Dipartimento di Giustizia sugli interrogatori dei terroristi, è tornato domenica a difendere le scelte dell'amministrazione Bush. Questo il video in cui il senatore repubblicano mette a tacere l'ex vicepresidente sulla tortura e il ruolo che questa ha avuto negli anni di Bush.
31 agosto 2009
McCain, Cheney e la tortura
28 agosto 2009
Che fine hanno fatto i conservatori?
Aspettano e pregano perché la riforma sanitaria finisca sugli scogli. Ecco una bella intervista (in italiano, quando ci sono cose, vale la pena segnalarle) al direttore della New York Review of Books, Sam Tanenhaus, che ha appena scritto The death of american conservatism, comparsa oggi su Europa a firma Marilisa Palumbo e Guido Moltedo.
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L'America di John Steinbeck, revisited
Si parte da Tulsa, Oklahoma. McGreal comincia il suo viaggio da una clinica, sponsorizzata dalla chiesa battista locale: l'ospedale cura chi non ha assicurazione sanitaria. Nel link trovate l'articolo, il primo video della serie, e le foto. Bella idea.
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Il miglior discorso di Ted Kennedy
Lo trovate qui, su Americanrhetoric.com.
E' il discorso alla Convention democratica di New York del 1980, lo speechwriter era Bob Shrum. Comincia così:
“sono qui questa sera non per presentarmi come candidato ma per sostenere una causa. Vi chiedo di rinnovare l’impegno del partito democratico per la giustizia economica. Vi sto chiedendo di rinnovare il nostro impegno per garantire una prosperità duratura e giusta (...). La nostra causa è stata, fin dai tempi di Thomas Jefferson, la causa delle persone comuni, donne e uomini. Il nostro impegno è stato, fin dai giorni di Andrew Jackson, per quelli che egli chiamava gli umili membri della nostra società – i contadini, gli operai, chi lavora. Su queste fondamenta abbiamo definito i nostri valori, le nostre politiche e abbeverato la nostra fede”
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27 agosto 2009
Un mese di tempo per il processo di pace
Questa faccia non si trova molto spesso sui nostri giornali: è quella di Salam Fayyad, primo ministro dell'ANP, o meglio dell'autorità che governa oggi la Cisgiordania, perchè Gaza è nelle mani di Hamas. Secondo il New York Times, Fayyad avrebbe preparato un piano per arrivare concretamente ad uno stato palestinese entro due anni. Secondo il Guardian invece, tra poco meno di un mese Obama farà un grande discorso sul processo di pace in cui, affiancato da Netanyahu e Abu Mazen, dirà alcune cose: gli israeliani fermano parzialmente la costruzione degli insediamenti; gli arabi stabiliscono timide relazioni commerciali con Israele; si fissa un'agenda di due anni per i colloqui di pace. Il discorso ci sarà o all'Onu oppure al G-20.Il tutto sarebbe parte di uno scambio con Netanyahu sulla politica iraniana: le concessioni sugli insediamenti sarebbero la contropartita per un nuovo giro di sanzioni più dure contro Teheran. Netanyahu sembra che si sia mostrato più aperto nella tappa londinese, parte del suo viaggio in Europa.
Sembra però la ricetta per il prossimo fallimento: Russia e Cina non aderiranno alle sanzioni contro l'Iran; Netanyahu non propone un vero blocco ma cerca di far passare la linea della necessità di avallare la "crescita naturale" degli insediamenti; i palestinesi non possono accettare, nell'anno elettorale, l'ennesimo "processo" che non porta mai alla pace. D'altronde anche Bush aveva promesso entro il 2005 lo stato palestinese, poi aveva spostato la scadenza al 2008. Forse a decidere veramente saranno i gesti sul terreno: il processo avviato da Fayyad e magari avallato dalla "nuova guardia" di Fatah da una parte, la costruzione degli insediamenti dall'altra. E in mezzo la politica mediorientale di Obama a pezzi.
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26 agosto 2009
Il video-ritratto alla Denver Convention
Un po' retorico, ma si nota l'accento, anche la, sulla sanità e sulla partecipazione.
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Kennedy, il discorso alla Convention di Denver
Ecco l'ultimo discorso importante del senatore. Un oratore niente male
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La riforma sanitaria perde un paladino: è morto Ted Kennedy

Era una notizia annunciata, da quando prima dell'estate scorsa era stato trasportato d'urgenza da Martha's vineyard all'ospedale e gli era stato diagniosticato un cancro al cervello. Dopo esser riuscito a vedere Barack Obama alla Casa Bianca, il leone Kennedy non ha fatto in tempo a vedere approvata la legge per la quale si è battuto negli ultimi decenni. A 77 anni, l'ultimo dei tre fratelli Kennedy, l'unico ad essere arrivato in fondo alla vita in maniera naturale, è morto. La sua ultima grande mossa politica era stata quella di schierare la famiglia dietro al futuro presidente nel mezzo delle durissime primarie democratiche. Non aveva spostato masse, era considerato un liberal, uno di quelli che non piace alla base democratica con la quale Obama aveva difficoltà, ma aveva contribuito a creare l'aura presidenziale al senatore afroamericano. I ritratti fioccheranno, ma siamo ancora alle prime cose uscite. I fratelli, l'incidente d'auto di Chappadiqquick, l'isoletta d fronte a Martha's vineyard, 1969 in cui morì la sua segretaria, le battaglie da senatore, la sanità, il tentativo di scrivere una legge sull'immigrazione bipartisan con John McCain, l'investitura di Obama e la lotta contro il cancro. Qui lo speciale del Boston Globe, il quotidiano del suo Massachussets, ecco il ritratto Bbc, con le reazioni e qualche link e sette pagine di ritratto del New York Times. La lunghezza degli articoli, segnala che i coccodrilli, come si chiamano in gergo gli obituaries, erano già pronti. Chi scrive ha la fortuna di aver visto uno dei comizi per Obama in New Jersey. C'era Robert De Niro, roba forte.
Chi sarà il nuovo senatore? Uno di famiglia? La prossima, cinica, domanda è questa.
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25 agosto 2009
Sanità, la guerra degli spot

Il primo è quello nel quale un'ambulanza cerca di attraversare la città, bloccata a ogni svolta da qualche macchinone nero. L'ambulanza è la riforma, i Suv con i vetri oscurati, gli special interests. Ecco un link a una pagina di Time dalla quale guardare dieci spot a favore e contro la riforma. Cliccando su next, si vede il successivo (d'accordo, è una spiegazione inutile).
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Lezioni americane di mobilitazione progressista
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24 agosto 2009
I grattacapi del Grande Medio Oriente
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Ancora Hitler/Obama
In un "Town Hall meeting" nel suo collegio elettorale il deputato americano Barney Frank risponde nell'unico modo plausibile a una donna che paragona Obama a Hitler (sempre a proposito del tema della riforma sanitaria): "ma lei da quale pianeta arriva"?
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“The Paranoid Style in American Politics”
Il libro fondamentale dello storico americano Richard Hofstadter citato nell'articolo dell'Economist del quale si dà conto nel post precedente. E' un testo del 1964 scritto all'alba della nascita del nuovo conservatorismo - isterico e populista - che all'epoca venne rappresentato da Barry Goldwater. Il libro illustra quale ruolo le teorie della cospirazione - e in particolare quelle formulate dalla destra americana - abbiano avuto nella storia del paese. Un evergreen.
In questo link trovate un estratto del testo pubblicato su Harper (dove apparve per la prima volta).
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Il dibattito sulla riforma sanitaria e la costernazione inglese
Ripartiamo dal tema caldo dell'estate, la riforma sanitaria. Come ai tempi dello scandalo dello swiftboating del 2004 (la campagna Bush vs Kerry) i gruppi conservatori hanno lanciato la loro campagna di disinformazione sulla riforma. Lexington sull'Economist e Michael Tomasky sul Guardian appaiono costernati dal comportamento di alcuni cittadini dell'ex colonia di sua Maestà. Ecco i motivi del disagio dell'Economist, in un articolo dal titolo "Still crazy after all these years":
- il movimento dei "birthers", che continua a contestare l'autenticità del certificato di nascita di Barack Obama, sostenendo che non sia nato su suolo americano (la Costituzione impedisce ai naturalizzati di divenire Presidente). Un sondaggio dell'Economist mostra che il 26% dei repubblicani crede che Obama sia nato all'estero; il movimento dei birthers sostiene si tratti di una cospirazione socialista;
- i gruppi che protestano contro la riforma sanitaria assumono toni sempre più estremi, mentre i gruppi armati di "patrioti" aumentano in numero e consistenza in tutta l'America. Il paragone tra Hitler e Obama (sempre a causa della proposta di Riforma sanitaria) è all'ordine del giorno.
E il refrain su Hitler arriva al delirio nel video proposto da Tomasky (direttore di Guardian America) sul suo blog. A Las Vegas, in un meeting pubblico, un cittadino israeliano racconta ai giornalisti come la sanità pubblica del suo paese funzioni ottimamente, in special modo per quel che riguarda le cure dei vecchi soldati (si intuisce che questo signore è rimasto colpito dai veterani americani che finiscono in mezzo a una strada senza casa e senza aiuto). Non cita mai Obama o i democratici o la riforma, parla solo del suo paese. A un certo punto arriva una signora che lo paragona a Hitler e a Obama: immaginate la reazione...
La cosa più divertente è il modo costernato e quasi rassegnato con il quale Tomasky racconta la vicenda (Sono Pazzi Questi Americani), aggiungendo particolari interessanti. Intervistata a sua volta, la signora si presenta come una conservatrice cristiana; lei ha un'assicurazione sanitaria, suo marito no. Tomasky, sempre più abbattuto, si chiede come possa una persona del genere essere contro la riforma di Obama. Lo zoccolo duro della follia.
Ecco i link. qui Tomasky e qui l'articolo di Lexington.
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8 agosto 2009
Prima di andare in vacanza
No, non andiamo alle Maldive tranquilli. E non ci allontaneremo per molto. Come avevamo scritto qui stiamo preparando un sito nuovo e bello per l'autunno. Prima di dedicarci a questa fatica però ci faremo qualche giorno di vacanza, ci si vede un po' dopo ferragosto. Intanto però vi lasciamo con una notizia relativamente positiva: l'economia americana sta precipitando di meno ultimamente. Cioè si sono persi meno posti di lavoro rispetto ai mesi precedenti, ma Robert Reich calcola che al momento un quinto della forza lavoro americana lavori meno di quanto vorrebbe oppure non lavori affatto. E, prevede, molti dei posti di lavoro persi non torneranno più. Magari ne sorgeranno di nuovi, ma non torneremo più all'economia pre-crisi. Per certi aspetti, siamo ottimisti, potrebbe essere un vantaggio. Buone vacanze intanto e buone città libere dalle auto per chi rimane.
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7 agosto 2009
Giochi sporchi sulla sanità
Tranquilli, non stiamo parlando dello scandalo pugliese per quanto ci siano elementi in comune come la volontà di fare i quattrini sulla salute della gente: da noi con la corruzione, in America attraverso l'uso disinvolto di metodi assolutamente legali di pressione sulla politica basati sul denaro. Come racconta il premio nobel Paul Krugman l'offensiva delle lobby e dei repubblicani contro il piano sanitario di Obama sta dispiegando tutta la sua potenza di fuoco. Finti camioncini girano con slogan contro la riforma e gruppi di protesta piuttosto violenti interrompono le assemblee dei Congressmen democratici sulla riforma. Sì perchè ad agosto il Congresso è chiuso e lì al contrario che da noi i parlamentari si confrontano con chi li ha eletti. Da noi, al massimo, si fanno "intervistare" da qualche giornalista di fronte ad un pubblico che non può intervenire - parliamo delle feste del PD, non del PdL. Secondo Krugman dietro a queste folle impazzite ci sono da una parte alcune lobby molto chiare (e con a capo gente piuttosto discussa) e dall'altra quello stesso sentimento di paura razziale che faceva gridare "kill him" durante i comizi di McCain. Secondo Robert Reich non andrà come nel 1994: la riforma ha troppo "momentum", troppa forza per essere fermata. Però la "campagna d'agosto" fatta di minacce fisiche e spot aggressivi rischia di diluire i contenuti della riforma: meno gente coperta e meno riduzione dei costi. Col rischio di produrre un boomerang per l'amministrazione. Insomma, non sarà come le punture Pic.
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6 agosto 2009
Lezioni sulla crisi
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5 agosto 2009
Happy Birthday Mr. President
Ieri era il compleanno di Obama, i leader democratici gli hanno portato una torta al cioccolato. Lui ha espresso un desiderio: portare a casa la riforma sanitaria. Ha detto che bisognerebbe cercare il compromesso con i repubblicani ma senza andare oltre la metà di settembre. Un po' come con gli iraniani che tra l'altro ieri hanno proclamato ufficialmente Ahmadinejad presidente. Se Obama continuerà a trattare con lui vorrà dire che la politica della promozione della democrazia e dell' interventismo liberal sarà quantomeno sospesa. In Afghanistan i talebani continuano ad attaccare Kabul, chissà se la guerra di Obama sarà anche il suo primo fallimento oppure se questo titolo spetterà alla riforma sanitaria. Intanto buon compleanno.
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4 agosto 2009
E' estate, in Medio Oriente
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1 agosto 2009
Agosto, sito mio non ti conosco
Sembra che i deputati democratici abbiano trovato un accordo accettabile e plausibile sulla riforma sanitaria. Da oggi l'amministrazione Obama si riunisce per due giorni a discutere del futuro. La riforma e la ripresa sono passi imprescindibili per pensare alla energy bill e ad altre cose innovative. Servirebbe come il pane il change a Washington e nei suoi corridoi, ma non sembrano tempi questi. Noi, a meno di colpi di scena clamorosi, ci riposiamo un po' anche noi, fa troppo calde per stare davanti a un computer. Per settembre potremmo avere grandi progetti (magari sarà ottobre, o novembre?).
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