Ieri incontro fondamentale sull'Iran a Ginevra. Prima di tutto, a latere della riunione ufficiale il sottosegretario Burns ha parlato per ben 45 minuti con Saeed Jalili, il capo-negoziatore iraniano. E' il colloquio più lungo da quando le relazioni diplomatiche tra i due paesi si interruppero a causa del rapimento dei diplomatici americani a Teheran tra il 1979 ed il 1981. Poi ci sono state significative novità nell'incontro ufficiale: primo, il sito di sviluppo nucleare di Qom appena scoperto sarà aperto alle ispezioni dell'AIEA; secondo, si è raggiunto un accordo per rivedersi a breve; terzo, ma non meno importante, sembra che l'Iran abbia accettato di portare in Russia il 90% del suo materiale fissile. In altre parole, l'accordo potrebbe essere che gli occidentali non chiedono più di fermare l'arricchimento dell'Uranio ma questo avviene in maniera controllata (sotto l'egida russa) e per scopi pacifici. Una soluzione discreta per gli Usa che vedrebbero svaporare la minaccia nucleare imminente anche se solo grazie alla cooperazione russa. Obama però incasserebbe il notevole risultato di aver messo sotto controllo un programma che va avanti fin dai tempi dello shah (vedi questa infografica del Financial Times). La linea iraniana, almeno a livello ufficiale, sembra un po' più conciliante di quanto ci si potrebbe aspettare, ecco l'intervista del ministro degli esteri Mottaki a CFR.org. Bisognerà vedere però se è solo uno strumento per guadagnare tempo e arrivare al punto di non ritorno in cui la bomba sarà quasi pronta.
2 ottobre 2009
Un'apertura sull'Iran?
Pubblicato da mattia toaldo alle 14:35
Etichette: iran, politica estera, Russia
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