I giornali di oggi (primo anniversario della vittoria di Obama) hanno molte analisi sul perchè della sconfitta elettorale subita dai democratici nella tornata elettorale di ieri con la perdita dei governatori di New Jersey e Virginia, nonchè delle elezioni per il sindaco di New York. Certo non una buona notizia, tanto che il Washington Post oggi dice che "non è più il 2008 per i democratici". Lo spostamento più significativo è quello che riguarda gli elettori "indipendenti" che avevano premiato il partito dell'asinello nel 2006 e nelle ultime elezioni presidenziali e invece in Virginia e in New Jersey si sono spostati in massa verso i repubblicani, anche perchè in disaccordo con l'amministrazione sulla politica sanitaria e sull'eccessiva spesa pubblica. Si trattava però in entrambi i casi di candidati repubblicani "anomali": in Virginia c'era un candidato a suo modo centrista che, come avevamo scritto qui, aveva cercato con successo di sfondare in settori tradizionalmente democratici; in New Jersey il candidato democratico era troppo legato a Wall Street mentre quello repubblicano era un po' il Di Pietro locale, diventato famoso per aver mandato in prigione molti corrotti. Importante anche leggere ciò che viene dall'analisi degli exit poll: chi ha votato ha detto che non lo riteneva un referendum sul presidente; soprattutto in New Jersey il tasso di approvazione per Obama è ancora alto (il 57% di chi ha risposto al sondaggio all'uscita dei seggi); gli elettori sono molto preoccupati per lo stato dell'economia e più sono preoccupati più hanno scelto i repubblicani. Obama però si era molto esposto per il candidato democratico nel New Jersey e non è servito a farlo vincere: chi lo ha votato l'anno scorso non sceglie un cattivo candidato solo perchè glielo dice Barack. Ci sono poi delle buone notizie: i democratici hanno vinto nelle due elezioni suppletive per due deputati dello stato della California e di New York. Soprattutto nel secondo caso i repubblicani avevano scaricato la loro candidata moderata per appoggiare quello del "partito conservatore" molto estremista. E hanno perso un seggio sicuro. Se il partito continuerà la sua deriva estremista non è detto che le elezioni di ieri siano di buon auspicio per il midterm del 2010. Per i democratici ci sono diverse lezioni, un po' hanno a che fare con la timidezza nel realizzare le riforme a Washington come dicono vari analisti al Corriere della Sera. Altre riguardano la capacità di mobilitare costantemente quell'elettorato giovane e delle minoranze che aveva portato Obama alla Casa Bianca. Finora non ci sono riusciti, Organizing for America, il partito del presidente, non è decollato.
A proposito di decolli, tra qualche giorno sarà online la nuova versione del nostro blog, oramai proiettato verso il 2012. Intanto, per chi passa per Roma, ci vediamo venerdì sera alla libreria Flexi in via Clementina,9.
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1 commento:
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