Ci abbiamo messo ben più del previsto e non siamo ancora al risultato finale. Ma da un paio di giorni è attivo america2012.it. Da li continueremo a tenere d'occhio come e quanto cambiano gli Stati Uniti e quanto quei cambiamenti toccano noi e il resto del mondo. Nei nostri desideri il sito sarà più ricco di un semplice blog: oltre alla colonna di post rapidi, conterrà i nostri lavori migliori e anche quelli di altri collaboratori. E se ci riusciremo anche degli speciali. Dopo più di mille post, nottate insonni a caricare video e migliaia di visitatori, salutiamo e ringraziamo tutti quelli che ci hanno letto ed hanno commentato il nostro lavoro. Veniteci presto a trovarci!
12 novembre 2009
Abbiamo finalmente cambiato casa
Pubblicato da America2008 alle 17:58 15 commenti
8 novembre 2009
Approvata la proposta riforma sanitaria alla Camera (primo round). E' davvero un fatto storico? Sì
Una legge onnicomprensiva di riforma del sistema sanitario non arrivava al voto da quasi un secolo. Questo dovrebbe rendere l'idea (anche dell'arretratezza della legislazione sociale degli Usa).
La legge è passata con un margine molto ristretto - 220 a 215 - ma era difficile ipotizzare che i democratici non ce la facessero. 37 dei 52 deputati bluedog democrats (la corrente conservatrice del partito) si è opposta e ha votato con i repubblicani; un membro del GOP - Anh Cao, eletto in Louisiana e primo membro della Camera dei Rappresentanti di origine vietnamita, qui accanto nella foto - ha votato a favore.
Era dagli anni '60 - quando il presidente Johnson aveva allargato la copertura sanitaria per poveri e anziani - che negli Stati Uniti non era in ballo una riforma sociale di questa portata. Come sappiamo il modello non si avvicinerà a quello europeo, ma la proposta approvata dalla Camera (2 mila pagine) prevede la presenza di un fornitore pubblico di polizze assicurative (la public option) e una borsa delle assicurazioni nella quale cercare le più economiche.
Saranno 36 milioni i nuovi "assicurati"; chi non volesse procurarsi una polizza dovrà pagare una multa; si elimina la pratica odiosa delle pre-existing condition; per coprire il costo della riforma (che supera il "trillione") verranno aumentate le tasse ad alcune categorie di super-ricchi ed eliminati alcuni benefit fiscali per le multinazionali. Per ottenere il voto di alcuni democratici conservatori non sono state introdotte alcune misure che avrebbero garantito il ricorso gratuito all'interruzione di gravidanza per alcune fasce di assicurati, facendo così infuriare i democratici liberal.
Ora la pressione sul Senato aumenta, un'istituzione molto diversa da quella della Camera, molto più consensuale e dove conta ancora meno la disciplina di partito. La partita è ancora lunga, ma c'è in gioco l'anima dell'America: più pubblica e più equa. Per i repubblicani è il mondo all'incontrario, dove il governo può tassare il cittadino che non si vuole curare e si finanzia l'espansione del governo federale attraverso le tasse.
Pubblicato da America2008 alle 15:40 1 commenti
Etichette: amministrazione Obama, riforma sanitaria
Prima la notizia cattiva.. su tasse e finanza
Qualcuno di voi ricorderà la cosiddetta Tobin Tax, una proposta vecchia di quasi 40 anni avanzata dal nobel per l'economia James Tobin: tassare tutte le transazioni finanziarie con un'aliquota non superiore all'1%. In tempi normali, una semplice proposta di buon senso.
Il premier britannico Gordon Brown ha proposto l'istituzione di uno strumento molto simile alla Tobin Tax al G-20 che si è appena tenuto nella sua Scozia (la notizia è ripresa da tutti i quotidiani). Un'inversione a U rispetto al passato recente di Brown e alle posizioni che ha mantenuto nel passato recente da Cancelliere dello Scacchiere. Come tutti i governi in difficoltà, l'obiettivo elettorale è quello di insidiare il nuovo nemico di tutte le opinioni pubbliche, le banche.
Le sue parole sono state populiste come quelle che Obama utilizza quando si parla della finanza e dei finanziari, ma la differenza è nei fatti: Brown, con l'acqua alla gola, si spinge a proporre la Tobin Tax, l'amministrazione Obama (e Tremonti) vi si oppongono. Adesso toccherà al FMI vagliare la praticabilità della proposta, ma il no di Geithner ha già messo un'ipoteca su questa ipotesi, che a questo punto assume un valore tutto britannico e tutto elettorale. Il problema è americano: da dove vuole cominciare a opporsi alle "lobby di Wall Street" il presidente? Dove vuole tassare? E in che modo? La discussione su questo punto sarà lunga e complessa quanto quella sulla riforma sanitaria.
4 novembre 2009
La non sconfitta di Obama ieri e il nostro blog domani
A proposito di decolli, tra qualche giorno sarà online la nuova versione del nostro blog, oramai proiettato verso il 2012. Intanto, per chi passa per Roma, ci vediamo venerdì sera alla libreria Flexi in via Clementina,9.
Pubblicato da mattia toaldo alle 16:28 1 commenti
Etichette: amministrazione Obama, geografia elettorale, partito democratico, partito repubblicano