11 luglio 2009

La ripresa che non verrà

Da più di un anno, da quando la bolla dei subprime era scoppiata dando avvio alla crisi, gli economisti e gli analisti finanziari si stanno chiedendo se la crisi avrà la forma di una V o di una U: cioè se il precipizio sarà veloce quanto la ripresa successiva oppure se entrambi saranno lenti. Robert Reich, ex ministro del lavoro di Clinton e forse una delle poche voci "di sinistra" in America, ha un'altra versione: stando così le cose non ci sarà nessuna ripresa. Cioè non si tornerà mai alla situazione precedente in cui il reddito reale delle famiglie restava uguale o addirittura calava e si finanziava l'aumento dei loro consumi con il credito facile. Pensare di rimettere in moto quel motore di quelle economia è come cercare di far ripartire una macchina da buttare. Cosa sia la nuova economia Reich ancora non ce lo dice, ma di sicuro pone un problema piuttosto serio: cercare degli aggiustamenti potrebbe non avere senso. Un altro economista "eretico", il nobel Krugman, ragiona invece sui risultati del piano di stimolo: magri finora, ma ci vorrà tempo e invece di buttare a mare quanto già fatto forse bisogna fare un secondo giro. Ma anche qui, non si sa con quali soldi.
Non sono esattamente i termini del discorso che si sentono in Italia, per questo vale la pena leggerli e rifletterci su.

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